Un pò lo sapevamo, anzi di più, l'abbiamo aspettata e coltivata...
Il processo è già in atto, la trasformazione inarrestabile:
da Cotignola a Cotignyork.
Saluti!
Lunedì 2 giugno, prima di QUASI STORIE, alle ore 17 inaugurerà la mostra di
Gianni Zauli
GIOCHI DI PAROLE A 3 DIMENSIONI
in corso Sforza a fianco del museo Varoli
La mostra si costruisce a partire dallo stretto legame che si instaura fra i contenuti figurativi
e ludici delle parole, e la loro trasformazione in “parole oggetto”
o “oggetti parola”, affrontando e sviluppando questi giochi linguistici attraverso una loro ri-proposizione in forma tridimensionale. Una cornice dell'assurdo favorita e creata dalla
costruzione di oggetti che celano divertenti giochi
linguistici, tradotti e resi concreti in forma di piccoli oggetti e sculturine.
Il gioco, oltre a divertire, dà piacere
anche per motivazioni diverse... nel caso dei giochi con le parole la
soddisfazione può esser dovuta ad un’invenzione linguistica,
all’emozione di intuire o indovinare, alla sorpresa di una
combinazione casuale, alla sfida dell’enigma o alla trasgressione
del nonsense, alla spensieratezza della comicità, all’intelligenza
dell’ironia.
E se Freud scriveva che « le
parole sono un materiale plastico con il quale si può fare di
tutto », Gianni Zauli, che da anni si diletta nell’inventare
giochi linguistici, è andato oltre la “semplice”
manipolazione verbivora; creato il gioco, gli ha dato una forma: si son così materializzati bizzarri
oggetti che sottendono a precisi giochi di parole. L’aspetto
importante dell’operazione è la scommessa di
portare in 3D quello che normalmente appartiene solo alla scrittura, al
discorso o al pensiero.
Un divertente viaggio attraverso
sciarade, parole valigia, nonsense, bisensi e neologismi raccontati
attraverso le forme di circa 60 opere: ed ecco che il kiwi, munito di braccia
che impugnano una spada nell’atto di suicidarsi, assume la forma
di Harakiwi; la caffettiera col manico a forma di lumaca è
invece la Lumoka; l’orso che esce da un vecchio 45 giri è Discorso, parole d’amore
scritte su bacelli di piselli sono Legumi sentimentali, la
banana biforcuta è Binana, la capra con manico e rotellina
dentellata è Capriscatole e così via, in un labirinto di
divertimento da non confondere con quelli macchiati d’olio
che sono invece Labirunti.
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