mercoledì 3 dicembre 2014

Selvatico.Tre / Una testa che guarda / Cacciatori di teste / Lugo



Cacciatori di teste 
A cura di Massimiliano Fabbri
Pescherie della Rocca Lugo RA
8 dicembre 2014 - 6 gennaio 2015

Valerio Adami, Marco Astorri, Giulio Avveduti, Lucia Baldini, L. Balzoni, Cesare Baracca, Paolo Barbieri, Giuseppe Bartoli, Riccardo Baruzzi, Vittoriana Benini, Luigi Annibale Bergamini, Massimo Brancaleoni, Violetta Branzanti, Remo Brindisi, Ezio Camorani, Giovanni Cappelli, Sauro Cardinali, Roberto Casadio, Sandro Chia, Carlo Cicognani, Mauro Soave Conti, Nino Cortesi, Primo Costa, Dioscoride, Piero Dosi, Massimiliano Fabbri, Tano Festa, Umberto Folli, Giovanni Frangi, Mimmo Germanà, Andrea Ghetti, Gaetano Giangrandi, Alberto Giunchi, Virgilio Guidi, Francesco Izzo, Maurizio Lanzillotta, Bengt Lindstrom, Anna Liverani Barberini, Piero Manai, Mino Maccari, Gian Ruggero Manzoni, Anacleto Margotti, Pierina Martelli, Pasquale Martini, Giuseppe Mazzotti, Giorgio Merli, Enzo Morelli, Mattia Moreni, Claudio Neri, Ettore Panighi, Domenico Panighi, Osvaldo Piracccini, Fortunato Pirazzini, Velda Ponti, Franco Pozzi, Esodo Pratelli, Arturo Prins, Massimo Pulini, Giovanni Romagnoli, Giulio Ruffini, Nicola Samorì, Germano Sartelli, Giannetto Savini, Roberto Sella, Olga Settembrini, Vanni Spazzoli, Lorenzo Tornabuoni, Ermanno Toschi, Soter Y., Luigi Varoli, Francesco Verlicchi, Federico Zanzi, Giuseppina Zardi, Colette Wehrmeister



































Cacciatori di teste è il progetto e la storia di una chiamata che si concretizzerà in un esteso museo temporaneo composto da una moltitudine di ritratti e teste provenienti da diverse ed eterogenee raccolte private; a partire infatti da alcune tra le più ricche e interessanti collezioni presenti sul territorio, si allestirà una grande quadreria capace di condensare il meglio del volto dipinto, ricercato, inseguito e raccolto dal collezionismo locale, a partire dal primo Novecento ai giorni nostri. Un vero e proprio mosaico di sguardi, uno specchio che non si limiterà a riflettere un punto di vista univoco o a rilanciare esclusivamente la narrazione sui più importanti autori romagnoli della prima parte del secolo scorso, ma che terrà conto di un arco cronologico più ampio, per meglio rendere giustizia ai diversi sguardi e percorsi dei collezionisti coinvolti; raccontando, per lampi e bagliori, curiosità, innamoramenti, ossessioni e traiettorie di chi ha effettivamente costruito negli anni queste preziose raccolte, veri e propri musei privati che conservano, non solo opere ovviamente, ma anche, alla stregua di diari e intimi archivi, testimonianze affettive e pezzi e storie di vita e incontri, crescendo, sviluppandosi e precisandosi nel tempo con un andamento quasi vegetale, come guidato da un segreto e silenzioso ordine interno che le muove e governa.
La quadreria vivrà così, inevitabilmente, anche di scarti non ortodossi e presenze talvolta incongruenti, sguardi plurali, quelli dei molti artisti presenti nonché quelli, altrettanto ricercati e fondamentali in questo disegno, dei proprietari dei dipinti; da Varoli e Folli a Avveduti, Ruffini, Verlicchi e Panighi, e naturalmente Moreni e Sartelli, e poi Manai, fino a giungere e toccare le più significative esperienze contemporanee locali come nel caso di Piero Dosi, Francesco Izzo, Nicola Samorì, Vanni Spazzoli, Lucia Baldini...
Cacciatori di teste è il pensiero e architettura di un articolato museo immaginario e nascosto che si apre e svela, concedendo e schiudendo sorprese e visioni; un museo parziale, arbitrario e imperfetto, effimero, incompiuto, non rispondente tanto a criteri scientifici ma piuttosto governato da suggestioni, sensibilità, affinità elettive e problemi di natura puramente estetica, svelante connessioni e contrasti, rimandi interni e fughe. Eppure crediamo che questa operazione, che parte dallo sguardo privato e personale dei collezionisti, e dalle visite alle case che questo sguardo custodiscono gelosamente, tratteggiando e trattenendo personali geografie sentimentali, sia capace di raccontare, integrare, estendere e completare la narrazione, ricerca e studio sui luoghi, memorie e presenze portata avanti dai nostri musei e istituzioni, creando un'imperdibile mappatura, aperta e non finita, di ciò che è stato e continua a essere e cresce e si accumula e stratifica tuttora; storie e tempi che si alimentano, fiumi carsici che scorrono sotto, pronti, prima o poi, a riemergere.


















Quadro primo





Quadro secondo






Quadro terzo





Quadro quarto





Quadro quinto





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