martedì 25 ottobre 2016

LACRIME


Sabato 29 ottobre, Ravenna
 

Inaugurazione

> ore 16 Museo Arcivescovile, Piazza Arcivescovado 1,

> ore 17 Palazzo Rasponi dalle Teste, Via Luca Longhi 9

> ore 18.30 Museo Nazionale, Via San Vitale 17

 
Lacrime, a cura di Giovanni Gardini e Massimiliano Fabbri, è un percorso espositivo che si articola in più sedi, tre a Ravenna (Museo Arcivescovile, Museo Nazionale, Palazzo Rasponi dalle Teste) e una a Cotignola (Museo Varoli).
Accompagna la mostra, un catalogo edito da Longo Editore, Ravenna, con testi di Roberto Balzani, Massimiliano Fabbri, Giovanni Gardini. Fotografie di Raffaello di Leo e Luca Gambi. 


 

Museo Civico Luigi Varoli, Cotignola RA, corso Sforza 21 e 24

Lacrime Lucia Nanni


30 ottobre – 13 novembre 2016

La mostra è aperta giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30,

il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30



Inaugurazione domenica 30 ottobre ore 18



Domenica 13 novembre 2016

> ore 17 Palazzo Sforza / L'onda giovane dei capelli

Visita guidata alla mostra Lacrime con Massimiliano Fabbri e l'autrice Lucia Nanni,
la voce di Francesca Amati (Comaneci, Amycambe) e la chitarra di Matteo Sideri (Ronin)
+ Merenda con pane e vino


> ore 18.30 Casa Varoli / Oscillatori

Musica per fantasmi e ago meccanico + Disegno a pedale

Voce e theremin di Vincenzo Vasi, azione di Lucia Nanni


(Oscillatore) In fisica e nella tecnica, dispositivo nel quale, una volta che sia stato convenientemente eccitato, si generano correnti elettriche oscillanti ovvero insorgono oscillazioni meccaniche.

 




















La mostra è la tappa conclusiva di un progetto che l'artista ravennate Lucia Nanni ha dedicato alle fotografie semiabbandonate dell'ossario comune del Cimitero monumentale di Ravenna: una mostra di volti e facce, una spoon river disegnata con il filo in cui l'autrice ha cucito e ricamato questi sguardi e fantasmi su grandi tessuti e lenzuoli bianchi avorio con una macchina da cucire. 
Un progetto necessario e quasi folle perché Lucia ha deciso di rifarli e copiarli tutti questi volti, in totale più di duecento, creando una commovente processione e stratificazione di ombre.

A restituire e rendere sorprendente questa discesa nel regno dei morti, anche una grande abilità tecnica che innerva questi disegni e memorie, collegandosi anche, perché no, al grande lavoro di Luigi Varoli che in una vita intera si è quasi esclusivamente dedicato a trattenere volti, corpi e affetti, presenze e vite di provincia.

Ricordati di me. Questo in fondo ci dicono un disegno o un dipinto raffiguranti un viso. E questo fa l'arte, colma le distanze, combatte e contrasta l'oblio, proprio questa mostra.






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